Cosa bisogna sapere per aprire un cocktail bar su una spiaggia?
Chi non vorrebbe nella propria vita mollare tutto e aprire un chiringuito su una bella spiaggia? Di recente anche un comico milanese si è ispirato a un’idea del genere per produrre un film che realizzi questo sogno. Ma fra sogno e realtà, quanta distanza c’è? Cosa occorre realmente per dar vita a un’attività di questo tipo?
Il comfort per i clienti: la prima esigenza
Una volta trovata la giusta location, bisogna pensare a come trasformarla in qualcosa di produttivo. Al di là delle questioni fiscali e burocratiche che a breve verranno esp
oste, il concept che deve guidare le scelte è semplice: il comfort dei clienti. Per cui subito mettere a budget i costi dei servizi essenziali, fra cui, specie d’estate, l’impianto di climatizzazione. In questo caso si parla di impianti d’aria condizionata costosi e complessi. Se non si ha la possibilità di installarne uno è comunque possibile garantire un ambiente confortevole con un climatizzatore portatile a noleggio più che spendere gli euro in impianti adatti ad alberghi o altro. Così come a proposito di comodità un’attenzione va posta sui tavolini al riparo dal sole e sulla qualità dei servizi igienici, nonché su eventuali lampade antizanzare o altri insetti. E dal punto di vista degli adempimenti e degli altri costi?
Licenze e piano di marketing
Se la meta è estera, bisogna mettere in conto che alcuni posti concedono licenze limitate e quindi prima si fa la domanda meglio è. Se è italiana, i tempi sono più brevi. In ogni caso una buona idea può essere quella di acquistare una licenza da un locale che era già aperto. Poi, nel piano marketing (sia offline che online), che non conviene fare a caso, ma seguendo degli specifici step, bisogna considerare i competitor e che clientela frequenta quel posto.
Finanziamenti e forma societaria
Lo stesso business plan serve per presentarsi presso la propria banca o presso qualche altro istituto di credito per poter ottenere quei finanziamenti che sono necessari e che possono riguardare la ristrutturazione ed eventuali altri necessità. Non è ininfluente nemmeno la corretta forma societaria che si vuole dare all’attività per fruire della migliore ottimizzazione fiscale. Qui, per esempio, ci sono alcuni consigli e pareri da prendere in considerazione.
Aprire un bar: parte burocratica
Poi c’è da pensare alla parte burocratica e a tutti i permessi che occorrono. Se il chiosco è in terra estera, bisogna informarsi bene sulle leggi fiscali e sulle normative sanitarie, che magari differiscono da quelle italiane. Se è in Italia i permessi sono pari a quelli di un normale locale o pub. Quindi l’apertura della partita IVA, l’iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio, all’INPS e la presentazione della SCIA. Poi occorrono gli attestati per la distribuzione di alimenti e bevande alcoliche, nonché la certificazione antincendio e il documento di valutazione del rischio.
Bar sulla spiaggia: arredamento e altro
C’è poi da pensare a uno o due dipendenti da assumere e quindi a tutto ciò che riguarda i contratti e le regole da rispettare e poi ai costi per l’arredamento e per le attrezzature. Fra cui si possono citare i frigoriferi, le macchine per lavare le stoviglie, quelle per spillare le birre, quelle del caffè, le piastre e tutte quelle che possono servire. Insomma, sognare di scappare dalla routine del lavoro quotidiano è possibile, ma fra sogno e realtà ci sono da mettere in conto tanti fattori per non ritrovarsi più in un incubo che altro!